È una grande soddisfazione ascoltare alcune fra le autorità più riconosciute del mondo scientifico mentre trattano, a partire da una serie di ricerche condotte sul campo, alcuni temi che l’Ayurveda affronta da millenni!
Durante il congresso SaluScienza 2018 ho avuto l’occasione di assistere all’intervento del dott. Stefano Fais, direttore del Reparto farmaci antitumorali dell’Istituto Superiore di Sanità. Mostrando i risultati di ricerche nazionali e internazionali pubblicate su autorevoli riviste scientifiche, egli ha affermato che il cancro usa l’acidità corporea per isolarsi da tutto il resto, farmaci compresi, e svilupparsi.
Il dott. Stefano Fais ha ripetuto più volte che “un tumore diventa maligno non in quanto accresce a dismisura, ma in quanto diventa impermeabile sia alla reazione dell’organismo nei suoi confronti, sia ai farmaci che, fra l’altro, sono potenzialmente in grado di uccidere qualsiasi cellula, anche quelle sane.”
Già nel 1931 il premio Nobel della medicina fu dato al medico e fisiologo tedesco Otto Heinrich Warburg. Questo scienziato scoprì che le cellule tumorali avevano un pH basso (cioè erano acide) rispetto a quelle normali. Le cellule tumorali tendono a fermentare gli zuccheri e nel processo di questa fermentazione producono acido lattico.
Anche durante l’attività fisica una persona sana produce acido lattico, ma poco dopo l’esercizio le cellule muoiono e il dolore che sentiamo è dovuto proprio alla necrosi del tessuto muscolare, mentre si ripristinano le condizioni normali di salute.
Le cellule tumorali invece producono acido lattico e lo riutilizzano. È importante sottolineare che il motivo per cui non muoiono è dovuto al fatto che sono in grado di sopravvivere in un ambiente acido, ambiente non idoneo per una cellula sana. Proprio tramite l’acidità il tumore si isola dall’organismo.
Il dott. Fais ha sostenuto che la “Ricetta della nonna” ha un notevole successo nella prevenzione e cura del cancro rispetto alla chemioterapia.
La “Ricetta della nonna” consiste in alcune semplici azioni:
- bere 2 litri di acqua alcalina al giorno;
- mangiare poco;
- camminare 1 ora al giorno
Secondo l’Ayurveda
L’Ayurveda da secoli insegna che per mantenersi in salute bisogna:
1 – bere acqua calda bollita. Se si misura l’acidità di questa acqua, indipendentemente dalla sua fonte, si scopre che è alcalina. Per l’Ayurveda l’acqua bollita riequilibra tutte e 3 i Dosha, i Campi Energetici che ci costituiscono.
E’ semplice prepararla: fai bollire l’acqua per 15 minuti, la filtri con una stoffa sottile o con 3-4 garze sovrapposte e la poni in un termos per berla calda durante il giorno. Anche il calore ha una sua funzione salutistica per il corpo, non solo l’acqua. Una volta bollita l’acqua non può più essere riscaldata, perderebbe le sue qualità energetiche positive.
L’acqua bollita può essere impiegata anche per cucinare.
2 – Mangiare poco. L’Ayurveda prescrive di mangiare al giorno la quantità di cibo secco (cereali, legumi) che i palmi delle tue mani congiunti possono contenere più verdura e frutta fresca.
3 – Yoga e Meditazione. L’Ayurveda considera l’essere umano non solo come fisico-corpo, ma anche come mente e spirito. L’attività fisica è salutare, ma bisogna trovare un proprio equilibrio di pensiero/emozioni e coltivare la propria spiritualità, indipendentemente dalle religioni, per favorire uno stato di salute.
Perciò, per avere maggiori probabilità di star bene, non devi eliminare tutti i cibi acidi, ma sono da limitare sia in quantità e qualità.
I principali cibi acidi sono:
- carne,
- pomodoro,
- cibi industriali.
Per alcalinizzare il tuo corpo, oltre all’acqua bollita, ti consiglierei Jaranam Virya®, decotto concentrato di piante.
Questa particolare miscela di piante non solo alcalinizza, ma regola le reazioni di acidificazioni abnormi che possono crearsi dentro al tuo corpo.Non ha solo, quindi, l’azione tampone verso l’acidità, come hanno molti preparati basici presenti in commercio, ma riequilibra la pompa acido-base del corpo in modo naturale, senza effetti collaterali indesiderati.