Il Sè è il Principio Cosciente, il quale viene indicato in Ayurveda con diversi nomi per mettere in evidenza, di volta in volta, una sua qualità fra le molteplici che lo descrivono: Atman, cetanadhatu o “elemento cosciente”, purusha “essere supremo”, paramatman o “Atman supremo”, kshetrajna o “conoscitore del campo” (campo, che in Ayurveda è il corpo).
Secondo l’Ayurveda, il Principio Cosciente può essere presente o assente nella materia. Una dimostrazione dell’esistenza del Sé è data dalla differenza esistente tra un essere vivente e un cadavere. L’essere vivente respira, reagisce agli stimoli, percepisce piacere e dolore, è in grado di sperimentare la conoscenza, la memoria, il senso dell’io. Un cadavere non manifesta nulla di tutto questo e il corpo, costituito dai cinque elementi (Mahabhuta), senza Atman, si decompone.
Per l’Ayurveda il Sé è presente, come sostiene il commentatore di Caraka, Cakrapani, non solo negli esseri umani, ma anche negli animali e nei vegetali.
In Ayurveda il punto di partenza delle indagini è dato dall’osservazione delle percezioni sensoriali. Esse hanno la proprietà di percepire gli oggetti e gli stessi organi di senso, il Tempo, lo Spazio e la Mente stessa. Un ulteriore dimostrazione della presenza del Sè può essere sperimentata dagli essere umani se chiudono i loro occhi, si isolano dai rumori circostanti e osservano il corpo dall’interno. E’ un esperimento che tutti possono eseguire, scoprendo che “si percepisce” il corpo senza usare gli occhi fisici. Da ciò nascono le domande:
Chi è che osserva? Chi è il soggetto della percezione?